Neuromarketing & Packaging

Neuromarketing & Packaging

Il termine “neuromarketing” è stato introdotto nel 2002 dal ricercatore e professore olandese Ale Smidts, che così lo ha definito: “il neuromarketing utilizza le teorie ed i metodi delle neuroscienze cognitive per progettare, realizzare e misurare le attività di marketing.” (Smidts, 2002)

Lo scopo del neuromarketing consiste nell’ analizzare i processi irrazionali che avvengono nella mente del consumatore e che influiscono inconsapevolmente sulle decisioni di acquisto oppure sul maggiore o minore coinvolgimento emotivo nei confronti di un brand .

Tale disciplina è applicabile anche al mondo del packaging e della sua progettazione.

Se si pensa che, statisticamente, il tempo medio stimato per la scelta di un prodotto all’interno di un negozio  da parte del consumatore è inferiore agli 8 secondi, risulta determinante riuscire ad attirare immediatamente l’attenzione di chi deve scegliere. Comprendendo in che modo il design e la realizzazione degli imballi influenzano le percezioni delle persone modificandone i comportamenti, e’ possibile realizzare “packaging” che diventano più efficaci ai fini della scelta finale.

Le aree del cervello coinvolte nelle scelte d’acquisto sono le stesse aree che identificano il benessere e la bellezza.

L’attività di alcune aree cerebrali, come la corteccia orbito-frontale, è strettamente legata al funzionamento del cosiddetto “Sistema della Ricompensa”.

Tale sistema di fatto governa le azioni verso l’ottenimento di un obbiettivo considerato “godibile”: maggiore è l’attività in questo sistema, più alto è il prezzo che le persone sono disposte a pagare per comprare un certo prodotto.

Recenti studi hanno poi integrato quanto sopra con una serie di affascinati certezze sull’estetica universale quali, ad esempio, la preferenza naturale del cervello umano per le linee curve rispetto alle linee diritte, la maggior propensione dello stesso per design di semplice realizzazione o per composizioni simmetriche facilmente leggibili grazie ad un alto contrasto delle parti grafiche personalizzate.

E’ noto, infine, che di fronte ad un prodotto, anche il sistema denominato “limbico”, che è la base della cosiddetta “scelta d’istinto”, valuta lo stimolo ed attiva i recettori dediti ad una risposta emotiva, ragione per cui, ad esempio, di fronte a un evento piacevole, il ritmo cardiaco aumenta.  Quando il pensiero razionale diventa troppo complicato per la presenza di numerose distrazioni o di troppe opzioni fra cui scegliere, questo stato d’animo prevale e innesca tutte le componenti che determinano la scelta finale.

In conclusione, il neuromarketing può fornirci dei principi che sono di grande aiuto per creare packaging capaci di attirare l’attenzione, ma, ovviamente, non esistono regole valide in ogni contesto e per tutti i prodotti.

Sicuramente, essere semplici, chiari, puliti nelle linee e nelle forme è un importante punto di partenza, ma creatività, test e analisi pratiche rimarranno sempre fondamentali per arrivare ad una soluzione più efficace e performante.

Se avete particolare interesse ad approfondire l’argomento, coniugando quanto sopra esposto a soluzioni sempre più ecocompatibili per la tutela di salute e ambiente, sarà un piacere poter studiare, realizzare e condividere nuovi ed interessanti progetti.

Per info www.evi-itaia.com

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